Studi kantiani by Massimo Mori

autore:Massimo, Mori [Mori, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Collezione di testi e di studi
ISBN: 9788815335302
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00

5. Dalla politica alla storia

La funzione di supplenza che la politica (cioè il processo di repubblicanizzazione) viene a esercitare nei confronti del diritto pubblico internazionale (l’instaurazione di un analogo della società civile che renda perentorio il diritto) appare quindi anch’essa carente sul piano della realizzazione di un ordinamento cosmopolitico perentorio, sia per quanto riguarda il soggetto della sua esecuzione (è affidata alla buona volontà dei sovrani) sia per quanto riguarda i contenuti e i tempi della realizzazione. Questo implica la necessità di prevedere un ulteriore livello di supplenza, in cui l’esecutore del processo di repubblicanizzazione e pacificazione agisca al di là degli arbitri personali, preveda la trasformazione della realtà come propria attività intrinseca e muova in una direzione in cui la successione dei tempi è, almeno idealmente, prevedibile. Questo terzo livello di supplenza è fornito dalla storia. Come si è visto, in accordo con le istanze fondamentali dell’Illuminismo Kant elabora una filosofia della storia fondata sull’idea di una dinamica impersonale (a seconda dei casi, la Natura o la Provvidenza) che garantisce il progressivo avvicinamento dell’uomo alla sua destinazione finale (cfr. cap. primo, § 3). Nella storia operano forze oggettive che, considerate nella loro dimensione complessiva, appaiono funzionali al conseguimento di determinate finalità del genere umano. Queste dinamiche – tra cui gli effetti che la stessa guerra ha sulla progressiva trasformazione dell’assetto internazionale – potrebbero «costringere» i popoli alla pace – così come la guerra degli individui nello stato naturale li ha costretti a entrare nella società civile. Lo stesso elemento del «meccanismo», cui generalmente Kant attribuisce un valore negativo perché in contraddizione con la dimensione della libertà e dell’autonomia dell’uomo, può in questo modo essere recuperato nella prospettiva della teleologia storica.

Ma anche il piano della storia presenta qualche aspetto problematico. E ciò per due ragioni. In primo luogo l’obiettivo generale della storia – la realizzazione della Bestimmung dell’uomo come essere razionale – e quello più specifico dell’instaurazione di un ordine cosmopolitico internazionale presentano talvolta elementi di incompatibilità. Lo sviluppo delle naturali disposizioni dell’uomo alla ragione sembra infatti richiedere la permanenza di forme di antagonismo che impediscono una completa pacificazione dei rapporti internazionali: e questa è un’ulteriore ragione – accanto a quelle già precedentemente enumerate – delle perplessità kantiane di fronte all’ipotesi dello Stato di popoli. In secondo luogo – e soprattutto – una prospettiva che lasci spazio alla finalità intrinseca dei meccanismi della storia, per non rischiare di ricadere nei dogmatismi che caratterizzavano le tradizionali concezioni illuministiche del progresso, deve avere un carattere esclusivamente regolativo: cosa sulla quale Kant consegue una piena chiarezza concettuale soltanto dopo la Kritik der Urteilskraft, che gli consente di subordinare la causalità alla finalità, nonché la necessità alla libertà, nel quadro di una concezione regolativa della natura applicabile anche alla totalità storica (cfr. cap. primo, § 5; cap. secondo, § 2). Ma la dimensione regolativa indebolisce la certezza della pace, possibile solo nel caso che il progresso futuro sia affidato a un meccanismo conoscibile con un sapere costitutivo. La garanzia che essa può dare non

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